Formula 1

F1: Il Gran Premio d’Ungheria dal punto di vista delle Gomme [VIDEO]

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MODELLO

VALUTAZIONE TCS

PREZZO

CONTINENTAL WINTERCONTACT TS870★★★★

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GOODYEAR ULTRAGRIP PERFORMANCE 3★★★★

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MICHELIN ALPIN 6★★★★

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DUNLOP WINTER SPORT 5★★★★

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VREDESTEIN WINTRAC PRO★★★★

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La Formula Uno si trasferisce all’Hungaroring, Budapest, per l’ultima gara prima della pausa estiva. Qui Pirelli porta il P Zero White medium e il P Zero Yellow soft: sebbene sia la stessa combinazione vista lo scorso anno su questo circuito, ci si attende prestazioni maggiori poichè le mescole 2013 sono in generale più morbide.

Anche la struttura degli pneumatici è cambiata: i nuovi pneumatici combinano la costruzione 2012 con le mescole 2013. Questa nuova soluzione è stata testata con successo la scorsa settimana a Silverstone, dove le squadre hanno raccolto molte informazioni utili per la seconda parte del Campionato. Le condizioni meteo all’Hungaroring sono generalmente calde, il che aumenta il lavoro per le gomme. Tuttavia, le velocità medie sono basse e questo condiziona il consueto schema di usura e degrado. La pioggia non è comunque inusuale, per questo Pirelli porterà anche il Cinturato Green intermediate ed il Cinturato Blue wet.

Formula 1 GP Ungheria
Formula 1 GP Ungheria – Immagine © Pirelli

Il circuito dal punto di vista degli pneumatici

L’Hungaroring è un circuito permanente costruito nel 1986 ma in molti aspetti le sue caratteristiche sono simili a quelle di un circuito cittadino. E’ una pista stretta e tortuosa con 14 curve e una velocità media intorno ai 180 km/h: questo lo rende il secondo circuito più lento dell’anno, dopo Monaco. 10 delle 14 curve  sono prese a 155 km/h o meno. Il circuito non è molto usato durante l’anno, il che significa che la superficie spesso è ‘verde’ all’inizio del weekend. Il gran numero di curve strette e le rapide sterzate sottopongono le spalle degli pneumatici a picchi di temperatura e usura. Le gomme tendono a surriscaldarsi più su una pista lenta e tortuosa che su una pista veloce e scorrevole.

Paul Hembery: “L’Ungheria rappresenta il primo campo di prova per la nostra ultima evoluzione di pneumatici P Zero, che combina la struttura 2012 alle mescole 2013. Questi pneumatici sono stati provati dai team nel corso dei test per i giovani piloti a Silverstone. Le squadre hanno potuto così adattare al meglio il set-up delle loro vetture alle nuove gomme. A Budapest verranno usati per la prima volta in gara, e con le qualifiche particolarmente importanti qui, il lavoro fatto durante le prove libere risulterà determinante. Sorpassare su questo circuito non è mai un compito facile, per cui le squadre cercheranno di usare le strategie per guadagnare posizioni in pista. La scelta di pneumatici medium e soft mira a massimizzare questa opportunità, sulla base anche dei dati che le squadre raccoglieranno durante le prove libere con diversi carichi di carburante. Le temperature in Ungheria sono tendenzialmente molto alte e questo influenza i livelli di usura e degrado. Trazione e frenata sono gli altri due aspetti critici da cui dipendono le prestazioni degli pneumatici: le squadre adattano i set-up per enfatizzare proprio questi elementi. I livelli di energia laterale sono relativamente bassi, per questo saranno le prestazioni più che la durata ad avere un ruolo determinante e da ciò dipenderà la scelta della strategia da adottare: i team cercheranno di mantenere il più a lungo possibile gli pneumatici nella loro finestra di esercizio ottimale. I nostri nuovi pneumatici vanno proprio in questa direzione”.

Jean Alesi: “Sull’Hungaroring è davvero difficile sorpassare, nonostante qualche anno fa sia stato allungato il rettilineo per aumentarne le possibilità. Per questo le qualifiche sono cruciali. Il degrado qui dipende più dalla trazione e dalla frenata che non dalle curve ad alta energia: bisogna fare in modo che gli pneumatici non si consumino troppo rapidamente. Da un punto di vista tecnico, non è un circuito particolarmente emozionante, ma per la storia e la cultura del Motorsport è una tappa molto importante: quando ho gareggiato qui, salendo anche sul podio, l’Ungheria era ancora dietro la cortina di ferro. Era un periodo incredibile e la gara rappresentava un simbolo della liberazione alle porte. Quei giorni sono lontani, ma i tifosi restano appassionati come allora, per questo è sempre un piacere venire qui”.

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