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A una settimana dal Gran Premio di Cina, la Formula Uno si sposta verso il Bahrain, dove Pirelli porterà i P Zero Orange hard e i P Zero White medium. Sul circuito Internazionale del Bahrain sono previste elevate temperature sia in pista sia ambientali, caldo a cui si aggiunge spesso una superficie sporca della sabbia del deserto circostante. Quello del Bahrain è un circuito veloce, fluido e impegnativo dal punto di vista tecnico, tanto da essere considerato da Pirelli un perfetto campo di prova, quando l’azienda italiana si stava preparando per il suo ritorno in Formula Uno. E per i 5,412 chilometri di pista che richiede trazione e frenata e un degrado delle gomme ragionevolmente alto Pirelli ha scelto le sue due mescole più dure.

Gran Premio del Bahrain - 3

Gli pneumatici dal punto di vista del circuito

  • Il Bahrain è uno dei circuiti più impegnativi della stagione per le forze longitudinali scaricate sugli pneumatici: soprattutto nella decelerazione nelle curve 1 e 14, e la trazione nella curva 10.
  • La decelerazione infatti è una caratteristica fondamentale del Circuito Internazionale del Bahrain: nella prima curva le monoposto decelerano da 315kph a 65kph in soli 130 metri e tre secondi. Questo mette un carico sulle gomme equivalente a circa 4,5g.
  • La forza laterale è nella media annuale, con un picco nella curva 12.
  • Le mescole 2013 Pirelli per la F1 sono più morbide rispetto al 2012, quindi la hard 2013 è più simile alla media dello scorso anno. Ed è per questo motivo che per il Gran Premio del Bahrain di quest’anno sono state scelte le hard e le medium, al contrario del 2012 quando si è corso con le medie e le soft. Nel 2012, i primi cinque classificati del Gran Premio del Bahrain hanno optato per una strategia a tre pit stop e tutti sono partiti con mescola soft.
  • Tuttavia, rispetto a quest’anno, il modo di utilizzare le soft e le medie era diverso. Sempre nel 2012 il più alto in classifica con una tattica a due soste è arrivato sesto.

Il commento di Paul Hembery, direttore Motorsport Pirelli: “Nella scorsa stagione, quella del Bahrain è stata una delle poche gare del tutto nuove per noi, anche se è un circuito che conosciamo bene per i test. Per gli pneumatici è una delle piste più impegnative dell’anno, soprattutto a causa delle elevate temperature ambientali e della pista. Sono attesi circa tre pit stop per ciascuna vettura, anche se per fare una previsione più accurata dovremmo aspettare i dati delle prove libere del venerdì. Una delle principali sfide del Bahrain riguarda l’evoluzione pista, che è molto difficile da prevedere, soprattutto per la quantità di sabbia che si deposita sul circuito. Dall’esperienza dello scorso anno, però si può prevedere che ci sarà spazio per diverse strategie di gara, consentendo anche ai piloti che non si saranno qualificati di recuperare durante il Gran Premio”.

Jean Alesi: “Quello del Bahrain è un circuito sul quale non ho mai gareggiato durante la mia carriera in Formula Uno, ma vi ho corso e vinto nella serie, simile alla Nascar, Speedcar. Dopo una modifica al layout, il tracciato ora è tornato alla sua versione originale ed è un bel circuito che richiede l’individuazione del giusto passo di gara. Se si riesce a trovarlo consente di ottenere un buon tempo sul giro e di mantenere gli pneumatici nella migliore condizione possibile, che è un aspetto importante della gara. È un circuito molto esigente per le gomme, ma questo è influenzato anche dal pilota. Il Gran Premio del Bahrain è fisicamente impegnativo, quindi è necessario un buon livello di preparazione”.

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