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Pirelli pneumatici F1: tecnica e caratteristiche illustrate in video 3D HD

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FIRESTONE WINTERHAWK 4MOLTO CONSIGLIATO

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BRIDGESTONE BLIZZAK LM 005MOLTO CONSIGLIATO

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KUMHO WINTERCRAFT WP52CONSIGLIATO

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PIRELLI CINTURATO WINTER 2CONSIGLIATO

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YOKOHAMA BLUEARTH-WINTER V906CONSIGLIATO

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HANKOOK WINTER I*CEPT RS3CONSIGLIATO

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NOKIAN WR SNOWPROOFCONSIGLIATO

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VREDESTEIN WINTRAC PROCONSIGLIATO

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Pirelli rilascia una serie di interessantissimi video tecnici inerenti i propri pneumatici PZero, gomme protagoniste di questa stagione 2011 di Formula 1. Dalle tecnologie che caratterizzano  il battistrada alle temperature di esercizio passando per i carichi a cui sono sottoposti sino ad arrivare all’effetto blistering, effetto che contraddistingue il deterioramento di un pneumatico durante un intenso utilizzo in pista. Il mondiale di Formula Uno 2011 è indubbiamente un traguardo memorabile per Pirelli; la casa produttrice di pneumatici si pone quindi come obiettivi primari, rendere la competizione sempre entusiasmante, contribuire ad un grande spettacolo e sostenere la carriera dei giovani piloti.

Pirelli pneumatici F1: tecnica e caratteristiche illustrate in video 3D HD 1

Pirelli fornisce infatti i pneumatici per i campionati GP2 e GP3, campionati tradizionalmente fucine di nuovi talenti destinati un domani a guadagnarsi un posto in F1. Pirelli si occupa di motorsport da oltre un secolo e la Formula 1 permetterà alla casa di mettere in mostra il know-how e le tecnologie all’avanguardia che hanno sempre rappresentato il fulcro della società. Ma quali caratteristiche tecniche, dinamiche e prestazionali contraddistinguono i pneumatici Pirelli PZero F1? Vediamole insieme grazie a questi interessantissimi 3D Video HD.

 

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Analizziamo adesso, sempre tramite due interessantissimi video, quali tipologie di gomme Pirelli utilizza in Formula 1, le mescole e le colorazioni

Le gomme F1 da asciutto

I pneumatici da asciutto Pirelli F1, gli Slick, presentano un battistrada privo di intagli e scanalature e comprendono quattro versioni: supermorbida, morbida, media e dura. La differenza tra le mescole consente di adattarsi a tutte le tipologie di circuito, in base al tipo di asfalto, al numero e alla severità delle curve e alla velocità dei rettilinei, e consente ai Team di variare le proprie strategie.

Rosse: Mescola Supermorbida

E’ delle quattro la mescola sviluppata per offrire un alto picco prestazionale su circuiti lenti e tortuosi, come Monte Carlo e Hungaroring. Queste gomme – spiega Paul Hembery, responsabile Team F1 Pirellidaranno quel qualcosa in più in termini di prestazione perché presentano una mescola molto particolare e distinta dalle altre, in grado di sorprendere con un grip eccezionale, anche se per un limitato numero di giri.

Gialle: Mescola Morbida

E’ la mescola più morbida, adatta a circuiti che presentano un grado contenuto di degrado per la gomma. Gli pneumatici con mescola morbida durano meno rispetto a quelli con mescola dura e sono quindi indicati in qualifica o per affrontare brevi tratti di gara.  Questa è una delle mie mescole preferite – afferma Hembery – perché è facile da gestire e non fatica ad andare in temperatura in breve tempo. In pratica, fa tutto quello che ci si aspetterebbe da una mescola morbida, con in più una notevole durata, senza tralasciare equilibrio e aderenza.

Bianche: Mescola Media

Insieme alla versione con mescola dura, questa sarà la gomma più frequentemente utilizzata dai Team in gara: essendo molto versatile, si adatta facilmente alle differenti condizioni del tracciato, in particolare dove altamente variabili risultano le situazioni in pista. Affidabilità è la prima parola che viene in mente quando si pensa alle gomme medie – spiega ancora Hembery. Anche se impiegano un po’ ad andare in temperatura, una volta raggiunti livelli ottimali, queste gomme offrono garanzie in termini di consistenza e resistenza.

Pirelli F1

Argento: Hard – Mescola Dura

Soluzione molto utilizzata perché é una mescola pensata per dare la massima resistenza nelle condizioni piú estreme. Gli pneumatici a mescola dura sono ideali per stare in pista più a lungo, dato che impiegano un certo tempo ad andare in temperatura rispetto a quelli con mescola più morbida. Se la supersoft è la mescola morbida per eccellenza, la hard è la più dura in assoluto – sottolinea Hembery – le differenze tra le diverse mescole oggi sono molto più marcate rispetto alla scorsa stagione, così come voluto sia dagli organizzatori sia dai Team. Si preannuncia una stagione di grande spettacolo per il pubblico.

 

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Le gomme F1 da bagnato

Le gomme da bagnato, caratterizzare da scanalature sul battistrada, si differenziano in due tipi: da bagnato in senso stretto o Wet e intermedie.Le Wet sono riconoscibili dal battistrada ricchissimo di intagli e lunghe scanalature e sono progettate per drenare l’acqua sull’asfalto bagnato. Le intermedie hanno scanalature meno profonde e sono destinate alle gare su fondo umido o leggermente bagnato, oltre che in condizioni atmosferiche incerte. Le due tipologie hanno in comune le mescole, del tutto simili tra loro.

Azzurre: Gomme Intermedie

Presentano lievi scanalature che servono per drenare l’acqua sull’asfalto ma che allo stesso tempo limitano l’area di contatto della gomma sul tracciato, riducendone la presa in condizioni di gara asciutta.

Arancio: Gomme Wet

Presentano scanalature profonde, simili a quelle di una gomma da strada. Gli pneumatici Wet o da bagnato in senso stretto sono progettati per espellere, ad una velocità di 300 km/ora, oltre 60 litri di acqua al secondo, una quantità sei volte superiore rispetto ad una normale gomma da strada che drena circa 10 litri al secondo, a velocità molto più ridotte.

 

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Effetto Blistering

Passiamo adesso all’effetto Blistering, sicuramente uno tra i principali problemi che affliggono i pneumatici da competizione: il Blistering dipende essenzialmente dal surriscaldamento della gomma, surriscaldamento procurato dallo scivolamento sull’asfalto, scivolamento che di conseguenza genera attrito e quindi calore. L’effetto blistering ha origine nella parte più interna del pneumatico, zona più sottoposta ad elevate temperature, ma come si manifesta? Quando la gomma posta in prossimità della carcassa si surriscalda, da vita a piccolissime bolle d’aria, bolle che successivamente provocano il distacco della gomma stessa. in diversi punti. Per contrastare l’effetto Blistering è quindi importante avere una guida pulita ed evitare gli scivolamenti della vettura; è quindi di fondamentale importanza mettere appunto un assetto perfetto ed adeguati carichi aerodinamici, carichi che devono essere studiati in base alla vettura ed alla pista in cui si gareggia.

 

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