Supercar

Lamborghini Diablo compie 35 anni: storia, evoluzioni e valore di un’icona V12

Nel 1990, la Lamborghini Diablo non fu solo un nuovo capitolo nella storia di Sant’Agata Bolognese: fu un’esplosione. Una supercar che ridefinì il concetto di estremo, portando per la prima volta un’auto stradale oltre i 325 km/h.

A 35 anni dal suo debutto, la Diablo non solo continua a sedurre collezionisti e appassionati, ma rappresenta un pilastro nel patrimonio tecnico, stilistico e culturale di Lamborghini.

Progetto 132: la Nascita del Diavolo

La Supercar che ha Cambiato le Regole. Quando nel 1985 Lamborghini avvia il Progetto 132, l’intento è chiaro: sostituire la mitica Countach con qualcosa di ancora più estremo, potente e raffinato. Ma dietro la nascita della Diablo si cela una storia ricca di tensioni creative, rivoluzioni industriali e scelte stilistiche che riflettono una transizione epocale per il marchio.

Lamborghini Diablo 01

L’Influenza di Marcello Gandini: La Visione Originale

Marcello Gandini, storico designer della Countach, fu incaricato di disegnare le linee della futura erede. I primi bozzetti e clay model erano fedeli allo stile “brutalista” tipico di Gandini: tagli netti, proporzioni audaci, spigolosità funzionali più che estetiche.

L’auto, già in fase avanzata, trasmetteva un senso di aggressività pura, quasi aliena, in continuità con lo spirito anticonformista delle Lamborghini degli anni ’70 e primi ’80.

L’arrivo di Chrysler Corporation, che nel 1987 acquisisce il controllo del marchio, segna una svolta radicale. L’industria americana, attenta ai gusti del mercato globale (e soprattutto statunitense), giudica il design di Gandini troppo estremo.

I vertici Chrysler vogliono una supercar sì audace, ma anche più armoniosa, vendibile in volumi maggiori e in linea con i canoni stilistici del tempo.

Il compito di “ammorbidire” la Diablo viene affidato al design team interno Chrysler capitanato da Tom Gale, con Gandini escluso dal processo finale. Questa decisione genererà frizioni tra l’artista torinese e il costruttore, al punto che Gandini, successivamente, userà il design originale per realizzare la Cizeta-Moroder V16T, un’auto oggi divenuta culto tra i collezionisti.

Lamborghini Diablo 03

La Silhouette Definitiva: Tensione e Fluidità in Equilibrio

Il risultato è un compromesso stilistico straordinario: la Diablo conserva il carattere Lamborghini – muscoloso, basso, irriverente – ma lo abbina a un’inedita eleganza aerodinamica.

I fianchi scolpiti, le portiere a forbice (divenute marchio di fabbrica), e un posteriore dominato da prese d’aria e fanali incassati, danno vita a una delle silhouette più iconiche degli anni ’90. L’auto comunica potenza anche da ferma, ma lo fa con una coerenza stilistica che la Countach, più “sperimentale”, non possedeva.

Un’Eredità Estetica Ancora Viva. Il design della Diablo ha anticipato il concetto moderno di hypercar emozionale ma fruibile, aprendo la strada a Murciélago, Aventador e Revuelto. La tensione tra visione artistica e strategia industriale ha dato vita a un prodotto ibrido tra arte e business, e proprio per questo la Diablo è oggi considerata uno degli esempi più riusciti di “auto d’autore” trasformata in fenomeno globale.

Prestazioni e Innovazione: L’Asfalto come Territorio di Sfida

Al centro dell’universo Diablo c’era un motore che incarnava l’essenza stessa del marchio: un V12 aspirato di 5.7 litri, con angolo di bancata a 60°, interamente in alluminio, capace di sprigionare 492 CV a 7.000 giri/min e una coppia di 580 Nm a 5.200 giri/min. Un’architettura che affondava le radici nel motore Lamborghini sviluppato da Giotto Bizzarrini negli anni ’60, ma che venne ampiamente rivisitata per reggere alle nuove sfide degli anni ’90.

Lamborghini Diablo 39

Telaio Ibrido: Avanguardia Strutturale

La vera innovazione tecnica, però, stava nel telaio tubolare in acciaio con componenti in alluminio e fibra di carbonio. Si trattava della prima volta che una vettura di serie impiegava elementi in composito strutturale, anticipando una tendenza oggi comune nelle supercar. Questo approccio consentiva di contenere il peso (1.620 kg a vuoto) e migliorare rigidità torsionale, con benefici tangibili in dinamica.

Le sospensioni a doppi triangoli sovrapposti — derivate dal motorsport — abbinate a pneumatici Pirelli P Zero (245/40 ZR17 ant. e 335/35 ZR17 post.) e freni a disco ventilati, garantivano un comportamento dinamico feroce ma preciso. Rispetto alla Countach, la Diablo introduceva un concetto nuovo per Lamborghini: l’usabilità quotidiana.

Comfort e Tecnologia: La Supercar Umana

Una Lamborghini con alzacristalli elettrici, aria condizionata, sedili regolabili e impianto stereo Alpine? Nel 1990 sembrava una contraddizione. Eppure, è proprio questo dualismo — brutale ma fruibile — a rendere la Diablo una pioniera. La scelta di introdurre elementi di comfort, allora inusuali nel segmento delle supercar, fu una mossa strategica che ne ampliò il pubblico e ne favorì il successo commerciale.

Numeri da Primato. Misurata sul circuito di prova di Nardò, la Diablo raggiunse una velocità massima di 337 km/h, infrangendo la barriera dei 325 km/h che fino ad allora sembrava limite invalicabile per le auto stradali. L’accelerazione da 0 a 100 km/h? In circa 4,5 secondi, secondo i dati dell’epoca — una cifra impressionante per una vettura a trazione posteriore, senza controllo di trazione e con cambio manuale a cinque marce.

Evoluzione: Dal VT alla 6.0 SE, Passando per la Pista

Ogni versione della Diablo ha inciso un segno distinto nella storia dell’automotive:

  • VT (1993): introduce la trazione integrale, pioniera tra le supercar V12.
  • SE30 e Jota: omaggi ai 30 anni del marchio, con potenze fino a 596 CV.
  • SV e GT: incarnazioni del lato più estremo, con la GT che tocca i 575 CV.
  • 6.0 e 6.0 SE: ultima evoluzione sotto l’egida Audi, firmata Donckerwolke, con ABS e una dinamica affinata.
  • SV-R, GT1 e GT-R: i capitoli racing, con potenze superiori a 650 CV e una produzione limitatissima, oggi contesissima all’asta.

Lamborghini Diablo 46

La Cultura Pop e il Mito Globale

Non è solo la scheda tecnica a farne una leggenda. La Diablo ha conquistato Hollywood (da Scemo & più scemo a La morte può attendere), la musica (iconica nel video di Cosmic Girl dei Jamiroquai), i videogiochi (Need for Speed) e il cuore di celebrità come Mike Tyson, Jay Kay e Nicolas Cage.

Con 2.903 unità prodotte e una gamma cromatica di oltre 60 tinte, la Diablo ha anche anticipato il concetto di personalizzazione oggi incarnato dal programma “Ad Personam”.

L’Eredità Viva: Il Lavoro del Polo Storico Lamborghini

Secondo Alessandro Farmeschi, After Sales Director di Lamborghini, l’interesse verso la Diablo è in piena espansione. Le richieste di restauro e certificazione presso il Lamborghini Polo Storico sono in costante aumento, soprattutto da parte di una nuova generazione di collezionisti. La SE30 ha recentemente trionfato a Pebble Beach, confermando un trend di rivalutazione costante.

A 35 anni dal suo debutto, la Diablo resta un riferimento assoluto. Ha ridefinito la categoria delle supercar, ispirando non solo le future Lamborghini, ma anche il concetto stesso di status symbol a quattro ruote. Un’auto nata per dominare la strada che oggi continua a dominare il cuore degli appassionati.

Lamborghini Diablo 21

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