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Dai pneumatici ricostruiti un contributo al risanamento dei conti pubblici

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MODELLO

VALUTAZIONE TCS

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Continental PremiumContact 7 ★★★★

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Michelin Primacy 4+ ★★★★

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Kumho Ecsta HS52 ★★★★

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Debica Presto UHP 2 ★★★

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Dunlop Sport Maxx RT2 ★★★

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Bridgestone Turanza 6 ★★★

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Fulda SportControl 2 ★★★

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Hankook Ventus Prime4 ★★★

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Goodyear EfficientGrip Performance 2 ★★★

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Falken Ziex ZE 310 EcoRun ★★★

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Nexen Tire N’Fera Primus ★★★

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Goodride Solmax 1 ★★★

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Linglong Sport Master ★★★

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L’esigenza di riportare sotto controllo i conti dello Stato ha attirato ancora una volta l’attenzione sulle “auto blu”. Sulla questione le esigenze sono essenzialmente due. Da un lato vi è la necessità di contenerne il numero e dall’altro occorre cercare di ridurre i costi di gestione dei veicoli che le amministrazioni pubbliche devono comunque avere. Da quest’ultimo punto di vista va segnalato che vi è una norma di legge che potrebbe dare un contributo apprezzabile all’economia di gestione delle flotte pubbliche, norma che però viene disattesa da molti enti tenuti ad applicarla. La norma riguarda l’impiego di pneumatici ricostruiti da parte dello Stato, delle Regioni, degli enti locali, dei gestori di servizi pubblici e di servizi di pubblica utilità, pubblici e privati, che sono tenuti a riservare ai pneumatici ricostruiti almeno il 20% dei loro acquisti di pneumatici di ricambio. Si tratta di una prescrizione contenuta nella legge Finanziaria per il 2002, prescrizione che è stata dettata essenzialmente per finalità di tutela dell’ambiente, ma che oggi acquista anche un’altra importante valenza data l’impellente necessità di contenere la spesa pubblica.

Dai pneumatici ricostruiti un contributo al risanamento dei conti pubblici 1

La ricostruzione consente di rallentare l’avvio allo smaltimento di un prodotto potenzialmente inquinante come i pneumatici usati e da questa situazione deriva la sua valenza ecologica. Grazie alla ricostruzione la vita dei pneumatici viene infatti prolungata oltre il primo uso, dotando di un nuovo battistrada le strutture portanti che in seguito ad accurati controlli risultano perfettamente integre ed idonee al processo di ricostruzione, processo che si svolge secondo le rigorose norme ECE ONU 108 e109. Come si è detto la norma più sopra citata nasce da esigenze ambientali, ma nella situazione di crisi che stiamo vivendo acquista oggi ancora più importanza in quanto consente anche notevoli risparmi nella gestione delle flotte. Sarebbe quindi opportuno che le amministrazioni pubbliche osservassero scrupolosamente la legge per quanto riguarda l’impiego dei pneumatici ricostruiti e ciò anche in considerazione del fatto che la quota del 20% riservata ai ricostruiti nell’acquisto di pneumatici di ricambio non è certo elevata.

Basti pensare che le flotte di mezzi per il trasporto di cose e di autobus acquistano pneumatici ricostruiti in misura decisamente superiore al 20% delle loro esigenze di gomme di ricambio. Anche in considerazione di questa situazione la Camera dei Deputati nel 2009 ha approvato all’ unanimità una risoluzione in cui impegna il Governo a far rispettare l’obbligo di legge di cui si è detto e ad aumentare al 50% la quota riservata ai pneumatici ricostruiti negli acquisti di pneumatici di ricambio delle flotte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori pubblici e privati di servizi pubblici o di pubblica utilità. Nonostante questa risoluzione il Governo non ha ancora adottato alcun provvedimento, ma sarebbe opportuno che provvedesse al più presto. Lo impongono le ragioni dell’ambiente ma, data la situazione economica del Paese e quella del bilancio dello Stato, lo impongono anche le ragioni dell’economia.

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