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Renault Alpine A110: una supercar che segnato un’epoca

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Bridgestone Turanza T005ESTIVO

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Goodyear Efficient Grip PerformanceESTIVO

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Michelin Primacy 4ESTIVO

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Firestone RoadhawkESTIVO

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Hankook Kinergy Eco 2ESTIVO

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Michelin Primacy 4ESTIVO

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Michelin Pilot Sport 4 SUVESTIVO

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Kumho Ecowing ES01ESTIVO

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Pirelli Cinturato P1 VerdeESTIVO

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La nascita di una star: Con A110, presentata da Jean Rédélé al Salone di Parigi nel 1962, inizia l’avventura del propulsore della Renault 8 sotto il cofano delle Alpine. Il modello, derivato dall’Alpine A108, presenta miglioramenti stilistici, con un design più raffinato: cofano motore più piatto, superfici vetrate più ampie e gruppi ottici posteriori della Renault 8. Il nuovo blocco motore impone modifiche a livello delle prese d’aria: poiché il radiatore del nuovo motore è fissato posteriormente, vengono realizzate delle aperture sulla parte superiore dei parafanghi, nella resina, e completate con quattro listelli cromati. In definitiva, l’insieme delle modifiche realizzate esalta l’eleganza della A110, che presenta una silhouette estremamente pura, sobria e perfettamente equilibrata.

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Un’auto per appassionati

Viaggiare in A110, è come innamorarsi: bisogna tener presente, innanzitutto, che l’auto è stata progettata per vincere nei rally. È un’auto da meritare: non ha un brutto carattere, ma semplicemente il suo carattere; non si sale a bordo di un’Alpine, ci si scivola dentro. Eppure, dopo aver preso il volante, l’osmosi è immediata.

Propulsori

Attingendo alla banca di organi meccanici di Renault, la A110 seguirà l’evoluzione di cilindrata della marca della Losanga che, convinta della serietà dell’azienda, ha concesso, nel frattempo, la sua fiducia alla marca Alpine. Dopo i propulsori della Dauphine e della Renault 8, saranno utilizzati i motori della Renault 12 e della Renault 16, modificati da diversi “maghi”. Marc Mignotet, uno dei più celebri, sviluppa diverse versioni del propulsore della Renault 8 e lo declina in 956 cm3, 1108 cm3, 1255 cm3, 1296 cm3. Rivisitato da Amedeo Gordini, il motore 1108 cm3 della Renault 8 raggiunge una potenza di 95 cv, grazie ad un doppio carburatore. Successivamente, saranno montati nel vano motore il 1289 cm3 della Renault 12TS, i 1470 cm3, 1565 cm3 e 1647 cm3 della Renault 16, e il 1605 cm3 della Renault 17.

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Tenuta di strada

I conducenti della A110 affermano che quest’auto tiene meglio la strada in curva che nei rettilinei. La maneggevolezza e la motricità sono i suoi punti di forza, grazie alla disposizione posteriore a sbalzo del propulsore che provoca uno slittamento facilmente controllabile con volante e acceleratore. Viceversa, risulta talvolta più problematico il controllo della traiettoria, ma che importa? È un’auto che non invoglia alla guida, ma al pilotaggio. I suoi difetti sono le sue qualità.

Equipaggiamenti

Dietro il volante, rivestito in pelle, il cruscotto è completo, con tachimetro e contagiri. In funzione delle versioni, può accogliere un manometro per la pressione dell’olio, un amperometro, un manometro per la temperatura dell’acqua, un orologio… Il resto è abbastanza essenziale, per non dire spartano: sedili in skai nero, regolabili in inclinazione e profondità; porte equipaggiate con manovella, per aprire e chiudere i finestrini. Talvolta, è prevista una maniglia di sostegno per il passeggero, che può rivelarsi particolarmente utile in alcune circostanze… Esiste, tuttavia, un listino di opzioni: fari addizionali, serbatoio del carburante più capiente, cerchi in lega, sedili avvolgenti.

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Le A110 e la competizione

La leggerezza e la maneggevolezza delle A110 faranno scintille in competizione e renderanno felici, oltre ai piloti, anche gli spettatori, che potranno ammirarle in evoluzioni molto spesso acrobatiche. Impossibile, o quasi, elencare tutti i successi ottenuti dalla A110 in competizione. Cercheremo di citarne almeno le principali tappe.

  • 1961 – 1968: gli esordi: José Rosinski segna la prima vittoria di una A110 al Rally dei Leoni 1963. Il seguito della stagione si rivelerà altrettanto fruttuoso con alcuni fatti salienti, quali uno “scratch” di un certo Jacques Cheinisse al rally d’Autunno. Negli anni successivi, diversi piloti “privati” si distingueranno in competizioni nazionali e internazionali, davanti a modelli di marche ben note e molto più potenti.
  • 1967: la costituzione di una grande équipe: Le Alpine diventano Alpine Renault. Arrivano nuovi piloti: Gérard Larrousse, Jean-Claude Andruet, Jean-Pierre Nicolas, nel team ufficiale, ma anche molti altri, tra cui Bernard Darniche, tra i “privati”.
  • 1968: il primo Campionato di Francia: Dopo le vittorie al “Neige et Glace”, al rally di Lorena di Gérard Larousse, Jean-Claude Andruet ottiene il titolo di Campione di Francia, con quattro vittorie nella stagione.
  • 1969: Il decollo: Jean Vinatier e Jean-Claude Andruet sono piloti che emergeranno in quell’anno con diverse vittorie. Il primo sarà anche Campione di Francia del Rally al termine della stagione.
  • 1970: Il Campionato d’Europa e il Campionato di Francia: La Berlinetta 1600 S ha ottenuto l’omologazione in gruppo 4, e può finalmente battersi ad armi quasi pari contro gli altri concorrenti con modelli più potenti. Dopo alcuni exploit, il focoso Jean-Claude Andruet conquista, al termine della stagione, il titolo di Campione di Francia e Campione d’Europa.
  • 1971: La Berlinetta domina Montecarlo: Sarà anch’esso un anno ricco di successi. Ove Andersson vince nel rally di Montecarlo, Jean-Luc Thérier è secondo, Andruet terzo. Andersson strappa anche la vittoria in Italia, sgominando un’armata di Fiat e Lancia. Trionfa anche al rally austriaco delle Alpi e all’Acropoli, e offre il titolo internazionale ad Alpine. A sua volta, Jean-Pierre Nicolas vince il Campionato di Francia.

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  • 1972: Verso la gloria: Il propulsore 1600 è sostituito da un più potente 1800 cm3. Jean-Claude Andruet domina il Tour de Corse. Seguiranno numerose vittorie, condivise tra i piloti dell’équipe. Alla fine della stagione, Bernard Darniche è consacrato Campione di Francia. Da parte sua, Jean-Luc Thérier realizza un exploit, vincendo il Rally des Cévennes con un propulsore 1600 turbo. Siamo agli albori di questa tecnica, destinata ad ottenere grande successo in futuro.
  • 1973: L’apogeo dell’epopea: Immaginiamo i migliori piloti francesi del momento: Andruet, Darniche, Thérier, Nicolas, Piot, senza dimenticare il navigato Andersson. Oltre ad essi, un team di meccanici, che si dedicano anima e corpo ad un’auto, ai vertici del suo sviluppo. La stagione inizia con la vittoria di Andruet al Montecarlo, dietro di lui altre quattro A110. In Portogallo, Thérier e Nicolas realizzano una doppietta. Al rally del Marocco, Darniche è la star. Il resto della stagione sarà in linea. Alpine Renault incassa il titolo di Campione del Mondo e Jean-Luc Thérier quello di Campione di Francia.
  • 1974 – 1975: gli ultimi bagliori dell’équipe ufficiale: Nicolas vince al rally del Marocco, e si classifica secondo al Tour de Corse. Ma la A110 è arrivata agli sgoccioli ed è Henry che offre, quell’anno, l’ultima vittoria all’A110 al Critérium des Cévennes.

Dopo una gloriosa carriera e risultati prestigiosi, la A110 può andare ufficialmente in pensione, anche se continuerà ancora, negli anni, a strappare numerose altre vittorie grazie a piloti privati, appassionati di quest’auto che resterà per sempre un’icona.

Le diverse versioni:

ANNO

TIPO

TIPO

COSTRUTTORE

CIL

POTENZA

CV DIN

PROVENIENZA

MECCANICA

1963

956

956 cm3

44

Renault 8

1964

70

1100 VA

1108 cm3

58

Renault 8 Major

1965

100

1100 VB

1108 cm3

77

Renault 8 Gordini 1100

1150

1100 VC

1149 cm3

93

Renault 8 Gordini 1100

1966

1300G

1300 VA

1255 cm3

88

Renault 8 Gordini 1300

1967

1300S

1300 VB

1296 cm3

102

Renault 8 Gordini 1300

1500

1500 VA

1470 cm3

75

Renault 16

1968

1600

1600 VA

1565 cm3

92

Renault 16 TS

1969

1600S

1600 VB

1565 cm3

122

Renault 16 TS

1970

V85

1300 VC

1289 cm3

72

Renault 12

1973

1600 SC/SI

1600 VD

1605 cm3

122

Renault 12 Gordini

1976

1600 SX

1600 VH

1647 cm3

95

Renault 16 TX

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