Formula 1

F1: il Gran Premio del Belgio Spa-Francorchamps dal punto di vista delle Gomme [VIDEO]

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MODELLO

VALUTAZIONE TCS

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Continental PremiumContact 7 ★★★★

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Michelin Primacy 4+ ★★★★

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Kumho Ecsta HS52 ★★★★

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Debica Presto UHP 2 ★★★

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Dunlop Sport Maxx RT2 ★★★

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Bridgestone Turanza 6 ★★★

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Fulda SportControl 2 ★★★

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Hankook Ventus Prime4 ★★★

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Goodyear EfficientGrip Performance 2 ★★★

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Falken Ziex ZE 310 EcoRun ★★★

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Nexen Tire N’Fera Primus ★★★

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Goodride Solmax 1 ★★★

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Linglong Sport Master ★★★

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Dal circuito più lento in calendario, l’Hungaroring, a uno tra i più veloci: Spa-Francorchamps. Dopo la pausa estiva, per il Gran premio del Belgio Pirelli porta le due mescole più dure del suo range F1: il P Zero Orange hard e il P Zero White medium. Questa combinazione si adatta perfettamente alle sfide del circuito belga, caratterizzato da curve veloci ed elevate compressioni come nella mitica Eau Rouge. La regione in cui sorge il tracciato è nota per le condizioni meteo variabili, per questo il Cinturato Green intermediate ed il Cinturato Blue wet potranno essere chiamati in gioco nel corso del fine settimana.

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Il circuito dal punto di vista degli pneumatici

  • Sin dal 1950, anno di esordio della Formula Uno, la gara di Spa è sempre stata in calendario. La pista, però, è stata radicalmente modificata nel corso degli anni, pur conservando la sua natura veloce e scorrevole, con una velocità media sul giro intorno ai 230 km/h.
  • Il circuito è lungo poco più di sette chilometri: qui si ha il giro più lungo dell’anno. Le monoposto sono a tutto gas per circa l’80% del giro, a volte per oltre 20 secondi consecutivi. Partire dalla pole non è così importante come può esserlo sugli altri circuiti.
  • Ad alte velocità, angoli di camber aggressivi possono provocare fenomeni di blistering. Tuttavia, Pirelli ha consigliato dei parametri di camber da rispettare, che dovrebbero aiutare a prevenire questo fenomeno.

Paul Hembery: “Spa non è solo un circuito mitico, ma rappresenta anche una delle sfide più grandi per le nostre gomme, principalmente a causa degli elevati carichi di energia che si scaricano sulle coperture, sia in verticale – si pensi alle grandi compressioni come nell’Eau Rouge – sia in laterale, in curve veloci come la Blanchimont. Spesso gli pneumatici sono soggetti a forze che agiscono contemporaneamente in direzioni diverse, e questo aumenta ulteriormente il loro impegno. Quindi, gestire al meglio le gomme è molto importante, in particolare su un giro così lungo. Questo significa che ci sarà spazio per una varietà molto ampia di strategie che, tuttavia, dovranno essere molto flessibili poichè le condizioni meteo potrebbero cambiare in modo repentino. Come visto molte volte in passato, un utilizzo accorto delle coperture wet e intermedie ha rappresentato la chiave del successo su questo circuito. Entrambi i nostri pneumatici da bagnato hanno dato prova di ottime prestazioni nelle gare precedenti: in particolare, la gomma intermedia ha dimostrato di adattarsi molto bene anche in condizioni quasi asciutte. Su questo circuito le opportunità di sorpasso sono molte e il mix di prestazioni e durata offerto dai nostri pneumatici permetterà di ottimizzarle”.

Note tecniche sugli pneumatici

  • La grande compressione dell’Eau Rouge sottopone gli pneumatici anteriori al carico verticale massimo della stagione: 1000 chilogrammi.
  • I primi due a salire sul podio lo scorso anno (Button e Vettel) usarono una strategia ad una sola sosta, mentre il pilota arrivato terzo (Raikkonen) optò per due pit stop. La scelta delle gomme per la partenza fu varia: la maggior parte dei piloti iniziò con gomme medie, mentre  Hulkenberg scelse di partire con gomma dura, arrivando quarto con una strategia a due soste.
  • Il divario di prestazioni tra la gomma dura e la media è più di un secondo al giro.

Jean Alesi: “Spa è un circuito di cui tutti parlano; nel corso degli anni ho sentito ripetere molte volte che è un tracciato assolutamente straordinario. E’ così veloce e impegnativo, ma anche molto lungo. Quindi non è mai monotono. Gestire le gomme qui richiede un’ abilità particolare: ci sono molte curve veloci e la lunghezza della pista e le temperature variabili fanno sì che i piloti possano raffreddare gli pneumatici dopo la prima parte del tracciato. In qualifica, però, se si inizia con gomme troppo calde, sarà difficile ottenere il massimo delle prestazioni per tutta la lunghezza del giro. C’è una quantità di scelte possibili anche in termini di set-up: alcune squadre aggiungono carico aerodinamico a metà del giro per ottenere più grip, e ciò ha un effetto anche sul modo di lavorare degli pneumatici. Probabilmente la variabile più importante è l’elevata possibilità di precipitazioni. Puoi avere una curva asciutta e, qualche curva dopo, pista completamente bagnata. Sotto l’acqua, però, la superficie è molto abrasiva e offre un buon grip. Il problema più grande è rappresentato dai rivoli d’acqua a forma di zig-zag che attraversano la pista: devi sapere dove sono per evitare che l’aquaplaning ti faccia andare fuori pista. Un’altra insidia è rappresentata dagli spruzzi delle altre monoposto che potrebbero ridurre la visibilità in caso di pioggia.”

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